Ciò che non si può non sapere sul Piano Nazionale Impresa 4.0
Con il “Piano Nazionale Impresa 4.0” (in origine denominato “Industria 4.0”) si è di fronte ad una imponente programmazione di fondi, in gran parte ancora inutilizzati, che verranno stanziati fino a tutto il 2020.

Le stime più attendibili (Warrant Group) parlano di circa 80 miliardi di euro complessivi. Misure che, tra l’altro, verranno probabilmente rinnovate, per diventare infine strutturali, come si evince dall’intervento dell’allora Ministro del Lavoro Luigi di Maio all'Assemblea pubblica di Confindustria tenutasi il 22 maggio 2019.
Il Piano Nazionale Impresa 4.0 dovrebbe costituire per il Meridione d’Italia un’occasione fondamentale per invertire il proprio gap industriale.
Eppure i trend di investimento a livello nazionale segnalano – sfortunatamente per il Sud – un forte sbilanciamento in favore delle regioni settentrionali; secondo le recenti stime di Confindustria, infatti, più di un terzo degli investimenti sono concentrati nella sola Lombardia (34,8%)! Seguono quindi il Veneto (17,1%) e l’Emilia-Romagna (15,6%).
Un altro aspetto fondamentale da segnalare è che il 96% dei beneficiari totali degli incentivi 4.0 è composto da imprese con meno di 250 dipendenti, con una cospicua porzione (ben il 35%) di imprese aventi meno di 50 lavoratori. In effetti, le PMI risultano i soggetti maggiormente avvantaggiati nell’ambire agli incentivi stanziati, grazie alla maggiore rapidità decisionale che le caratterizza rispetto alle grandi imprese ed alle multinazionali, normalmente gravate da una burocrazia più articolata e macchinosa.

D’altra parte, la nuova industria manifatturiera sarà sempre più caratterizzata da una produzione in piccoli lotti, con scarti il più ridotti possibile, realizzata in impianti localizzati e vicini al consumatore finale. Soccorrono in questo le nuove tecnologie, che consentono di ottimizzare i processi, minimizzare l’uso di energia, acqua e materie prime, ridurre le emissioni inquinanti ed organizzare al meglio l’attività dei lavoratori.
Pertanto, le imprese del Sud hanno potenzialmente tutte le caratteristiche per agganciare questo fondamentale treno della nuova industrializzazione. Se non lo sapranno fare, quella che oggi si presenta come una preziosa opportunità, potrebbe divenire l’ennesima occasione persa.
Sul contenuto del Piano Nazionale Impresa 4.0 vedi anche: https://www.metodolegale.it/post/il-sud-che-non-si-rassegna-al-declino-e-il-piano-industria-4-0
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