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L’internazionalizzazione delle imprese: motivazioni e vantaggi

Immagine del redattore: metodolegalemetodolegale

Aggiornamento: 17 mar 2019

Oggigiorno l’idea di internazionalizzazione può essere vista come una grande opportunità per gli imprenditori italiani, i quali vogliono accrescere i propri giri d’affari. Bisogna, comunque, tener conto che il processo porterà delle sfide complesse e che il successo dipenderà soprattutto dal livello di preparazione e di adattamento aziendale. Alcuni risultati possono essere di breve periodo in termini di volume di affari, ma anche risultati di medio-lungo periodo in termini di competitività o barriere nei confronti della concorrenza.



Vantaggi dell’internazionalizzazione

1) Aumento del giro d’affari: è il vantaggio più immediato; il processo permette all’azienda di allargare la propria base di mercato, crescendo in termini di dimensione e di disporre di nuove e maggiori risorse economiche, riducendo il costo di produzione;

2) Diversificazione del rischio: ampliando il numero di mercati in cui opera l’azienda potrà assicurarsi una maggiore stabilità produttiva. In caso di momenti di crisi in Italia, l’imprenditore può recuperare le perdite all’estero.

3) Allungare il ciclo di vita di un prodotto: entrare su nuovi mercati, un prodotto considerato obsoleto sul mercato domestico, può essere, invece, un’innovazione. Questo vantaggio è molto importante per non perdere i costi sostenuti per la produzione del bene stesso e accrescerà la reddittività complessiva dell’impresa;

4) Possibilità di accedere a nuove idee e nuove esperienze: operare su mercati diversi permette all’azienda di entrare in contatto con nuove realtà, nuovi modi di operare ed esperienze diverse; questo vantaggio dà la possibilità all’impresa di aumentare la competitività e di essere in grado di affrontare eventuali cambiamenti di mercato;

5) Risposta alla globalizzazione: a causa della crescente globalizzazione nessuna azienda può permettersi di rimane chiusa solo nel proprio mercato, in quanto c’è sempre la possibilità che altre aziende straniere vengano a fare a loro concorrenza nel mercato domestico; occorre, perciò, ampliare i propri mercati in modo da costruire mezzi finanziari e competenze manageriali per competere con i concorrenti stranieri anche sul mercato domestico;

6) Aumento della competitività sul mercato interno: attraverso le competenze, le risorse e le esperienze acquisite all’estero , l’impresa riuscirà ad essere più forte nel mercato domestico diventando più competitiva nei confronti della concorrenza.


Motivazioni che portano l’imprenditore all’internazionalizzazione


Possiamo dividere le motivazioni che portano l’imprenditore all’internazionalizzazione in due categorie: motivazioni interne e motivazione esterne.

a) Motivazioni interne: riguardano un vantaggio competitivo che l’azienda possiede e che vuole sfruttare anche su altri mercati; questo vantaggio può assumere varie forme: sostenere dei costi più bassi o disporre di un prodotto/servizio che è percepito come unico.

b) Motivazioni esterne: riguardano quelle situazioni in cui le condizioni del mercato domestico sono sempre più sfavorevoli e, quindi, l’internazionalizzazione risulta l’unica via di uscita .

Qualsiasi sia la motivazione che porta l’imprenditore ad affacciarsi sui mercati esteri, l’imprenditore deve tener conto che il processo deve essere programmato e pianificato e l’impresa deve essere solida per dimensioni, capitale umano e finanze e, deve avere ben chiaro l’obbiettivo da raggiungere e gli strumenti per realizzarlo.

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