Caso di successo per il nostro Studio legale:
- Salvata abitazione (classe A8), terreno e vettura di proprietà.
- Salvato lo stipendio da pignoramento ormai imminente.
- Ridotto il debito di circa 50.000 euro.

Silvia è una dipendente pubblica già da 30 anni. Riceve quindi uno stipendio di tutto rispetto grazie al quale, fra l’altro, ha potuto acquistare una casa molto bella (classificata catastalmente come bene di lusso) - dove vive insieme ai famigliari - e altri beni, fra cui un terreno ed un’autovettura.
Qualche tempo fa, però, Silvia rischiava di perdere ogni cosa.
Sì, perché, nonostante tutto, i debiti accumulati erano per lei divenuti ormai insostenibili, avendo le passività ampiamente superato i 100.000 euro e le rate mensili divenute decisamente troppe: non solo il mutuo ipotecario sull’abitazione ma anche una cessione del quinto, una delega di pagamento, altri finanziamenti e alcuni debiti accumulati con Agenzia delle Entrate riscossione, rendevano lo stipendio di Silvia insufficiente per far fronte a tutte le necessità proprie e dei familiari.
Oltretutto Silvia aveva commesso un grave errore: non avendo opposto per tempo un decreto ingiuntivo notificatole dalla banca, ora si aspettava, da un momento all’altro, il pignoramento dello stipendio o del patrimonio.
Silvia però, non perdendosi d’animo, e si era rivolta ad alcune agenzie conosciute sul web, specializzate in sovraindebitamento.
Tutte però le avevano risposto che il suo caso era troppo complicato e che per lei c’erano poche o nulle speranze. Le veniva infatti spiegato che il valore della casa era troppo elevato e che anche gli altri beni di sua proprietà non lasciavano spazio a piani diversi da quello di liquidazione del patrimonio. In altre parole, Silvia avrebbe dovuto mettere in asta il proprio patrimonio per poter risanare le proprie consistenti debitori… Ciò, perlomeno, era quanto le veniva riferito da parte di società e agenzie “salva debiti”.

La donna però non intendeva darsi per vinta. Riteneva, infatti, gravemente ingiusto (e umiliante) che qualcuno le potesse portare via la casa, comprata a costo di una vita di lavoro e sacrifici. Voleva pagare i propri debiti ma le serviva tempo e, tuttavia, nessuna banca le avrebbe mai concesso nuovo credito.
È a questo punto che Silvia si rivolgeva al nostro Studio.
“Certo, la pratica è complessa, ma non impossibile”: era stato questo il nostro primo responso.
Silvia, sfiduciata da troppe consulenze negative (e che, oltretutto, le erano costate care), stentava a credere alle proprie orecchie. Per lei sarebbe bastato che le venisse concesso più tempo, in modo da poter pagare i debiti secondo le proprie effettive possibilità. I professionisti del nostro Studio erano però più ottimisti ed esigenti.
Il piano da proporre per Silvia avrebbe dovuto consentirle di salvare il proprio patrimonio, ma non solo! Anche il debito finale sarebbe dovuto essere ridotto in maniera consistente. Così, in effetti, è stato.
Il decreto di omologa del Giudice del Tribunale di Lecce, dott. Giancarlo Maggiore, infatti, accoglieva pienamente le nostre istanze ed approvava un piano del consumatore grazie al quale l’esposizione debitoria di Silvia veniva rimodulata e ampiamente ridotta (per circa € 50.000); oltre a ciò, Silvia - , contro ogni aspettativa - non avrebbe dovuto sacrificare i propri beni: né la casa, né il terreno, né la propria auto.
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